Una notizia che è passata un po' sottotono in questi giorni riguarda la privatizzazione dell'acqua.
Il decreto legge 135/09, che riguarda la gestione dei servizi pubblici locali, compreso quello idrico, da affidare a privati, è stato approvato dal consiglio dei ministri, ed è approdato in Senato il 3 novembre. Per il momento è stato emendato grazie all'intervento del PD.
Ma si tenta comunque di sottrarre l'acqua dalle mani dello Stato, delle regioni e dei comuni ed aprire il mercato ai privati.
Questo, a quanto dice il governo, per adeguarsi alla disciplina comunitaria.
Tuttavia il Parlamento Europeo dichiara che "l'acqua è un bene comune dell'umanità" e che "alcune categorie di servizi non sono sottoposte al principio comunitario della concorrenza".
La prima regione a muoversi contro l'art. 15 del decreto governativo è stata la Puglia, che considera l'acqua un bene dei suoi cittadini e per tanto non assoggettabile ai meccanismi di mercato. Vendola e la sua Giunta hanno stabilito la ripubblicizzazione dell'Acquedotto Pugliese, proprio riferendosi alle norme europee, che consentono che vi sia la libertà di scelta da parte dello Stato, dei comuni e delle regioni “se fornire in prima persona un servizio di interesse generale o se affidare tale compito a un altro ente (pubblico o privato)”.
In molte altre zone del paese ci si appella contro il decreto, soprattutto dove la gestione delle risorse idriche funziona egregiamente. Dal nord al sud i comuni hanno inserito nei loro statuti articoli che proteggano l'acqua come un bene comune e pubblico.
Fermiamo la privatizzazione dell'acqua! L'acqua è un bene di tutti!
Ricordando che al mondo ci sono paesi in cui si muore di sete proprio perchè l'acqua è affidata nelle mani dei privati che non fanno sconti a nessuno.
giovedì 5 novembre 2009
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