lunedì 16 novembre 2009

Dall'oro nero all'oro blu: giù le mani dall'acqua!


Giù le mani dall'acqua! Così protestano i manifestanti davanti a Montecitorio, contro la legge che vuole rendere l'acqua, bene comune e indispensabile alla vita, una merce da privatizzare.

Oggi, infatti, approda alla Camera il decreto sugli obblighi comunitari (135/09), che include all'art. 15 la gestione privata dell'acqua.
La maggioranza è decisa a portare avanti la proposta, nonostante i sit-in organizzati da ambientalisti e associazioni dei consumatori, tra cui il FIME (Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua) che dichiara "L'acqua è un diritto umano" e organizza una manifestazione nazionale.

Il Pdl si difende dalle accuse, sostenendo che la riforma sia utile per mettersi in linea con le normative europee, mentre l'Idv ribatte che non è stata nemmeno presa in considerazione la proposta di legge di iniziativa popolare, firmata da 500.000 cittadini per ripubblicizzare il servzio idrico, proprio come è stato fatto in Puglia.

Insomma sul fronte dell'acqua è guerra aperta. Se da un lato il governo è intenzionato a privatizzare, con conseguente aumento dei costi per i consumatori (solo nel 2008 +5,4% dove l'acqua è in mano ai privati con picchi del 61,4% tra il 1997 e il 2006), la società civile si mobilita: l'acqua non è un bene su cui si può lucrare, deve essere affidata agli enti locali.

L'acqua non è un bene inesauribile, lo sanno bene i privati, che, di fronte alla crisi globale per le risorse idriche, si schierano per accaparrarsene il dominio. Se ancora oggi nel mondo si combattono guerre per il petrolio, non c'è da stupirsi se tra una decina d'anni si combatterranno per l'acqua.
Prima che ci privatizzino anche l'aria che respiriamo, cerchiamo di tenerci stretto il nostro oro blu, attraverso una gestione pubblica, controllata e regolata.

Avranno pure trovato il ghiaccio sulla Luna, ma non basterà a placare la sete di 6 miliardi di persone che vivono sul nostro pianeta.

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