mercoledì 28 ottobre 2009

Uno nuovo sguardo su Roma. Riapre Vigna Barberini


Chiusa dal 1909, Vigna Barberini, magnifica terrazza verde sul Palatino, riapre al pubblico dal 26 ottobre.

Con un solo biglietto, che comprende la visita dei Fori, del Colosseo e la mappa dei monumenti, si potrà godere di uno dei più bei panorami su Roma Antica e Moderna, nonchè ammirare gli scavi che hanno portato alla luce la sala da pranzo girevole di Nerone e il tempio del dio Sole, eretto da Elagabalo nel III secolo d.C.

La Vigna si trova nell'angolo del Palatino immediatamente sopra all'arco di Costantino e al Colosseo. Vi si accede salendo un clivio dall'arco di Tito e appena giunti, la vista spazia tra le tante cupole di Roma, da San Gregorio al Celio al retro di San Giovanni in Laterano, di cui si intravedono le statue, dal Tempio di Venere all'imponente Basilica di Massenzio, dai Fori al Campidoglio e alla basilica dell'Ara Coeli, dalla mole del Colosseo a quella del Vittoriano.

Oltre al panorama, la Vigna contiene anche alcune preziose testimonianze di Roma antica. Qui sorgeva infatti parte del palazzo di Domiziano (81-96 d.C.), oggi interrato per ragioni di sicurezza, ed anche i giardini di Adone, di cui restano parecchi vasi, sempre appartenenti al palazzo Flavio, dove pare che l'imperatore abbia incontrato il filosofo e taumaturgo Apollonio di Tyana.

Al centro della terrazza si trova poi il basamento dell'Elagabalium, tempio del dio Sole edificato in età severiana dall'imperatore Elagabalo (218-222 d.C.) che cercava di imporre a Roma il culto del suo dio di origine orientale. Nel tempio aveva fatto riunire i simboli più sacri della religione romana: il Palladio, il fuoco di Vesta, gli scudi dei Salii e il simulacro di Cibele.

Vi sono poi le chiesa di S. Sebastiano e di San Bonaventura. La prima, originaria del X secolo, venne  rimaneggiata in epoca barocca e sorge sull'antica zona del Palladio (tempio dove veniva conservato il simulacro di Atena, che secondo la leggenda, Enea aveva portato con sè durante la fuga da Troia). La seconda è del 1675 e si innalza sui resti degli edifici imperiali e su di una cisterna che alimentava non solo i palazzi, ma anche le terme severiane.

Proseguendo la visita si incontrano degli scavi che probabilmente appartengono alla sala da pranzo girevole di Nerone (54-68 d.C.), la "paecipua coenatio rotunda", che come ci racconta Svetonio, l'imperatore aveva fatto costruire all'interno della Domus Aurea per imitare il movimento della Terra e per meravigliare i suoi ospiti.
I resti, sui quali gli archeologi continuano a lavorare, per rafforzare l'ipotesi neroniana, sono meccanismi giganteschi che probabilmente servivano al movimento di pavimenti di legno a più livelli. Attualmente si intravedono un ambiente a forma circolare e un pilone centrale a cui si collegano una serie di archi.
A suffragio della teoria neroniana c'è anche il fatto che da questa zona del Palatino si godeva di una vista magnifica sul laghetto che sorgeva nella vallata dove ora è ubicato il Colosseo.

Ma per saperne di più gli studiosi continuano a scavare, grazie ad un nuovo stanziameno di fondi,  in modo da riuscire a portare in luce gran parte di questa straordinaria architettura, che gli archeologi cecavano da tempo, ma forse erroneamente sul Colle Oppio, nell'altra porzione della gigantesca Domus di Nerone.


Se avete la fortuna di andare a Roma non fatevi sfuggire l'occasione di una visita.
La nostra Italia gode di un patrimonio storico e artistico dal valore inestimabile, gli stranieri lo sanno, noi, purtroppo, tante volte ce lo dimentichiamo.



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