venerdì 11 dicembre 2009
Oggi sciopero Cgil: vecchie e nuove forme di protesta
Statali fermi per 8 ore.
3 milioni le persone interessate allo sciopero di oggi indetto dalla Cgil.
In piazza i lavoratori della scuola, università, ricerca e funzione pubblica:
dai precari della conoscenza agli impiegati negli enti locali e nella sanità, cui si aggiungeranno i numerosi cortei di studenti.
Si protesta contro il governo per chiedere il rinnovo dei contratti e la stabilizzazione della precarietà, ma ci si schiera anche contro la riforma della pubblica amministrazione del ministro Brunetta.
Roma, Milano e Napoli le principali città interessate, ma lo sciopero della scuola è nazionale.
La Cgil ritiene che quella di oggi sarà una delle più grandi mobilitazioni di quest'autunno e prevede l'adesione di almeno 100.000 persone solo nella capitale, dove il corteo partirà da piazza della Repubblica, per concludersi in piazza del Popolo con il comizio del segretario generale Epifani e i segretari di Fp-Cgil e Flc-Cgil, Podda e Pantaleo.
"Meno male che c'e' la Cgil, che ha un pensiero, una coerenza, una forza, una determinazione che dice al paese, ai lavoratori quello che bisognerebbe fare per uscire dalla crisi". Sostiene Epifani
Con lo sciopero di oggi si spera di riuscire ad ottenere il finanziamento sia per i contratti (aumento di 150 euro sui salari nel prossimo triennio) che per le risorse culturali: scuola, università e ricerca, letteralmente paralizzate dalla politica del governo.
Brunetta, dal canto suo, è convinto che l'adesione sarà minima (7-8%) e per il ministro del lavoro Sacconi lo sciopero della Cgil "non fa più molto notizia" ed è frutto "di una scelta di opposizione politica più che sindacale. Vedremo quanti aderiranno".
Vedremo anche noi se gli scioperi possono ancora essere un modo e un mezzo per far valere i propri diritti. Personalmente penso che ormai sia uno strumento troppo abusato e che non interessi davvero più a nessuno quante persone aderiscano o perchè si scenda in piazza. Gli unici che subiscono lo sciopero sono gli altri cittadini, ma ai governanti non interessa affatto e continuano sulla loro linea politica, non saranno certo otto ore di disservizio a fermare i loro progetti. Nuovi secoli vogliono nuovi modi di protesta e non basterà una secessione della plebe sull'Aventino per far piegare i patrizi, se si vuole manifestare per i propri diritti dobbiamo usare altri mezzi. Hacker, blocchiamo i siti dei ministeri, paralizziamo i sistemi informatici, spammiamo nelle loro mail, inseriamo banner con le nostre proteste.
Insomma dobbiamo trovare nuove vie di comunicazione per farci sentire.
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