mercoledì 2 dicembre 2009

25 anni dal disastro di Bhopal


A 25 anni da una delle più grandi tragedie industriali di tutti i tempi ancora si contano i danni.

25 anni fa un'esplosione nella fabbrica di pesticidi della Union Carbide a Bhopal in India fece fuoriuscire decine di tonnellate di isocinato di metile e miglialia di altri reagenti chimici, che innalzarono una pesante nube tossica sopra la città, penetrando nelle case, nei polmoni e bruciando gli occhi e gli organi interni della popolazione.

Nei giorni successivi al disastro i morti furono più di 10.000 e nei 20 anni successivi ne morirono altri 15.000.
Attualmente ci sono almeno 100.000 persone affette da malattie polmonari, oculari e del sangue croniche. La contaminazione delle falde acquifere costringe tutt'oggi migliaia di persone alla deformità e alla sterilità.
Bhopal ha fatto ancora più vittime di Cernobil.

La cosa più ingiusta è che i colpevoli del disastro ancora non sono stati puniti. Sebbene un tribunale indiano abbia chiamato in giudizio nel 1991 i dirigenti della Union Carbide, essi non si sono presentati in tribunale. Il governo indiano li ha dichiarati latitanti, chiedendone l'estradizione, ma dal 2004 il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha bocciato la richiesta.

Dal 2001, inoltre, la Union Carbide è passata sotto il controllo della Dow Chemical Company, che continua a negare ogni responsabilità dell'accaduto. E pensare che il disastro si poteva prevedere, perchè già due anni prima dell'esplosione l'azienda era stata avvertita della possibilità di fuga di sostanze chimiche, ma non si è fatto nulla per scongiurare l'evento, nè per proteggere la popolazione. Inoltre per giorni i dirigenti continuavano a dire che le sostanze fuoriscite altro non erano che gas dall'effetto lacrimogeno....e intanto la gente perdeva completamente la vista, o addirittura la vita.

Oggi gli attivisti di Bhopal continuano a chiedere giustizia, coadiuvati da Amnesty International (cercate "Cloud of Injustice" su www.amnesty.org) e da GreenPeace, ma si trovano dinanzi a grosse difficoltà, non solo per la continua negazione da parte della corporation di ogni colpa, ma anche perchè nel 1989 sono stati versati circa 470 milioni di dollari al governo indiano per far cessare ogni accusa nei confronti della Union Carbide. Una cifra che considerava colpite solo 3.000 persone. E il governo indiano non ha comunque disposto misure sufficienti per risollevare la città dal disastro. L'area non è mai stata adeguatamente risanata. 

E le conseguenze si pagano ancora oggi, dopo 25 anni, non dimentichiamole.

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