Leggere i dati del dossier di Legambiente sui tagli all'istruzione è qualcosa di sconcertante.
La scuola è davvera finita, ridotta sempre più ai minimi termini. Aggregazione di istituti, chiusura dei plessi più piccoli e più di 36.000 docenti in meno tra il 2002 e il 2010.
Insegnanti e personale Ata sempre più precario, assunto, licenziato, senza alcun diritto.
Ovviamente, tutto questo, a fronte di un maggior numero di alunni.
La figura del docente, che dovrebbe essere importantissima, perchè ha un ruolo fondamentale nell'educazione e nello sviluppo dei giovani è sempre più squalificata. Non ci sono risorse per la formazione di insegnanti, nemmeno per quelli di sostegno, che necessitano di una specializzazione aggiuntiva per aiutare i più deboli. Chi vuole fare l'insegnante in questi anni in Italia, non deve solo avere la vocazione alla docenza, ma pure quella del martirio, perchè è impossibile lavorare bene in queste condizioni: classi di 30 alunni, spesso e volentieri con un gran numero di stranieri con poche o pochissime competenze linguistiche, ore staccate su cattedre di qua e di là, nessuna certezza del proprio lavoro e assenza di continuità didattica.
Precarie anche le strutture, molte scuole cadono letteralmente a pezzi, ma i soldi dal ministero non arrivano.
I fondi invece ci sono per le paritarie, che vedono aumentare i loro finanziamenti, ben al di sopra di quanto preveda la legge sulla parità scolastica, includendo anche incentivi per chi sceglie di mandare i propri figli in una di queste scuole.
Ovviamente si guarda sempre al guadagno, a discapito della qualità dell'istruzione che dovrebbe essere sempre l'obiettivo primario della politica scolastica.
Per i nostri ministri la scuola pubblica non è un investimento, ma un ramo secco che va tagliato, senza capire che una buona istruzione è una vera risorsa per il futuro e che quello che imparano oggi i giovani a scuola sono gli strumenti che useranno nella loro vita di domani.
Ma adesso a chi importa di garantire a questi ragazzi un'istruzione decente? A chi importa che tutti abbiano accesso ad una scuola libera e con gli stessi diritti, anche nel più sperduto paesino di montagna? A chi importa che gli insegnati sappiano e possano svolgere il loro mestiere in modo adeguato?
Purtroppo a nessuno.
lunedì 7 dicembre 2009
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