mercoledì 17 marzo 2010

Ahi serva Italia di dolore ostello...

...nave sanza nocchier in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!

Così inveiva Dante 700 anni fa,
peccato che non viva adesso, se no chissà cosa avrebbe scritto dell'Italia attuale. Ma forse non sarebbe nemmeno riuscito a proseguire oltre l'Inferno, perchè trovare delle anime pie in quest'Italia del XXI secolo è impresa assai ardua e solo per trovare un contrappasso per i vizi di tutti ci vorrebbe un'Inferno di almeno 100 canti.

Ma purtroppo è così e l'Italia è davvero caduta in basso, anzi continua a precipitare e tutto questo avviene sotto i nostri occhi e tuttavia lasciamo che accada. Va bene, direte, c'è chi protesta, chi scende in piazza, chi contesta e chi critica, ma siamo sempre in minoranza, rispetto a quella fascia di italiani che continua andare alle urne a votare per un ladro, corrotto e corruttore.
Perchè di questo si tratta. Se un marocchino ruba il pane al supermercato perchè ha fame lo arrestiamo per furto, forse lo rispediamo al suo paese, perchè gli manca il permesso di soggiorno e non può mica venire qui a rubare! Ma se il presidente del Consiglio ruba miliardi, fa affari con la mafia, ruba i soldi dalle nostre tasche facendoci credere di fare il nostro bene e di migliorare lo stato, per poi con quei soldi corrompere giudici e magistrati per non andare in galera che facciamo? Ma sì lo votiamo! L'importante è che riesca sempre a farla franca, questo piace agli italiani, non importa con che mezzo si giunga al fine, l'importante è giungerci. (Machiavelliana memoria).

E poi lui saprà distrarci amabilmente con la televisioni, tra soubrette e reality e telegiornali che ci bombarderanno di cronaca, per di più nera, per ricordarci che il male dell'Italia sono gli assassini, non i ladri. E allora menomale che ci sono ancora gli uxorici, i matricidi e le stragi della propria prole, altrimenti il premier come fa a scampare dall'ira degli italiani?
E poi basta farci credere che i ladri sono i poveracci che vengono in Italia a mendicare un lavoro...Creiamo una caccia alle streghe, almeno il popolo intento nella sua battaglia si disinteresserà al vero problema e dal vero malfattore,
E poi si sa, ce l'ha insegnato lui, ogni menzogna se detta con convinzione diventa verità.

Questo è quello che accade in Italia, dove purtroppo la coscienza critica è sempre più annebbiata da una scuola che non insegna, da un mondo individualistico e individuale, dove ognuno pensa al fatto suo e degli altri chi se ne importa, dove non c'è coscienza politica, nè di diritto, dove la legge non è più uguale per tutti.
E la voce del dissenso e della verità intanto continua a venir messa a tacere.

Se fosse vivo Cicerone forse avrebbe detto:

Quousque tandem abutere, Berlusconi, patientia nostra?

Altro che Catilina!

martedì 2 marzo 2010

Par condicio o bavaglio all'informazione?

Tempo di elezioni. Il 28 e il 29 marzo si vota alle regionali, quindi è anche tempo di par condicio.
Ricordiamo che la par condicio è una legge che è stata ampliamente voluta dalla sinistra per dare spazio e visibilità in tempo di campagne elettorali a tutti i partiti e ora che succede? che proprio l'informazione di sinistra cade nella sua stessa rete venendo letteralmente imbavagliata.

Il Cda Rai ha infatti deciso di tagliare per un mese tutti i talk-show politici delle sue emittenti a partire da Anno zero di Santoro, Ballarò di Floris, L'ultima parola di Paragone e persino Porta a porta di Vespa.
I gionalisti non ci stanno e protestano. Al loro coro si uniscono anche altri conduttori, Lucia Annunziata, anche se il suo programma In mezz'ora non è stato abolito, Gad Lerner, Luca Telese e molti altri.
Nonostante il parere contrario anche del presidente della Rai Garimberti, che prevede una grave perdita di introiti pubblicitari, nonchè un danneggiamento all'immagine della Rai che finisce con il colpire gli utenti,  i giornalisti che assediano la Rai sono costretti a sottostare a questa legge, ma decidono di farsi sentire scendendo in piazza con un videocomunicato nei tg.

Al posto delle loro trasmissioni film e tribune poltiche. Non si è nemmeno presa in considerazione l'idea di approfondimenti non politici (come ad esempio continuerà a fare Matrix). Infatti alcuni sostengono che anche la puntata di Anno zero senza politici, ma dedicata a Morgan (29% di share) abbia fatto tremare le stanze del potere.

Insomma per far stare zitto uno, si fanno stare zitti tutti. Chi ci rimette è Vespa che perde la bellezza di 16 puntate, ma non si potevano fare eccezioni. Ora non avremo più approfondimento, nè dibattiti, considerati troppo scomodi per i nostri politici, tra intercettazioni e scandali. Santoro e Floris erano una minaccia e andavano zittiti.
Ma è giusto questo silenzio stampa per la par condicio oppure è l'ennesimo modo per imbavagliare l'informazione?
E' giusto che il servizio pubblico che paghiamo e che dovrebbe informare e acculturare cada sempre più vilmente ai piedi di una politica antidemocratica e censurante?

giovedì 25 febbraio 2010

Viva Zapatero!

Oggi ci soffermiamo un po' sulla politica estera.
Che notizie ci vengono dagli altri paesi?
Scandali, corruzione, processi, prostituzione, appalti?  Macchè!
Dimentichiamoci per un attimo che da noi la politica è questo e sentiamo cosa ha fatto in questi giorni il Premier spagnolo.

Innanzitutto Zapatero, leader democratico, per quanto contestanto, ha sempre delle iniziative.
In questi giorni ha creato una commissione internazionale contro la pena di morte. Zapatero ha annunciato la notizia a Ginevra, proprio durante il IV Congresso mondiale contro la pena di morte.
La commissione sarà compostadai rappresentanti dei governi, delle organizzazioni internazionali, dagli esponenti della società civile, sarà attivata nella seconda metà del 2010 e prevede di istituire una moratoria universale entro il 2015. C'è ancora molto lavoro da fare coinvolgendo soprattutto l'opinione pubblica di quegli stati in cui è ancora in vigore: Cina, Iran, Arabia Saudita, Pakistan e  Stati Uniti, unico paese occidentale in cui la pena di morte è tutt'ora praticata, sebbene almeno in 13 dei suoi stati sia ormai abolita.

La seconda idea di Zapatero è una nuova legge sull'aborto, che consente alla madre di fare la sua scelta entro la quattrodicesima settimana (22 esima se ci sono malformazioni del feto), un servizio che sarà garantito pubblicamente e gratuitamente dal sistema sanitario.
Fa più discutere, però, l'idea di estensione della legge anche alle minorenni tra i 16 e i 18 anni, che potranno scegliere senza il consenso dei genitori, come già fanno per tutte le altre cure mediche: "legge sull'autonomia del paziente". Con questa legge sull'aborto viene anche introdotta la libertà di acquistare la pillola del giorno dopo senza ricetta. Tutto questo si inserisce nell'idea di laicità dello stato e della libertà individuale di scegliere qualsiasi aspetto della propria vita.

Insomma Zapatero si distingue sempre per le sue proposte innovative e progressiste, da noi impensabili, non solo per la presenza invadente della Chiesa, ma anche per la mancata concretezza dei nostri politici, che anzichè far progredire il paese pensano a far aumentare le loro finanze.
Certo pochi giorni fa, per la prima volta in Spagna da 6 anni a questa parte, i sindacati sono scesi in piazza, contro la proposta del PSOE di innalzare l'età della pensione a 67 anni e non più a 65.
Ma anche questa idea fa parte di un progetto di più ampie vedute, che serva a risanare il deficit e ad adeguare il lavoro alle attuali speranze di vita, più lunghe, rispetto a 20 anni fa.


Insomma, almeno in Spagna, se c'è da contenstare il premier almeno lo si fa per qualche progetto ideato per il paese, non certo per se stesso o per il suo partito. E Zapatero in tanti anni di governo di progetti ne ha messi su parecchi. Fatevi un giro a Madrid e guardate come girano le cose (trasporti, servizi, pulizia, sicurezza).

A noi invece tocca sempre protestare non per progetti, ma per malefatte, furti e truffe.
Noi italiani ci crediamo sempre i più furbi, in realtà siamo i meno civili e quelli che se la passano peggio.
Continuiamo pure a fare amministrare i nostri soldi dai ladri e ad aspettare i cantieri infiniti di infrastrutture inesistenti. L'importate è che siamo contenti.

Viva Zapatero!

martedì 23 febbraio 2010

Scuola: sempre più precari e sempre più ignoranti

Un saluto a tutti i fan.
E' un po' che Sperdutamente non si fa sentire, il 2010 è iniziato e non ci ha dato un attimo di tregua, ma neanche grandi speranze di cambiamento.

Anzi, purtroppo i cambiamenti ci son stati e come al solito in peggio. Quali sono le novità?
Be' innanzitututto per chi come me ambisce ad entrare nel mondo della scuola, avrà visto che bella riforma che ha proposto la nostra ministra Gelmini. Fare un piano migliore nella scuola è certamente utile, una splendida razionalizzazione organizzativa non c'è dubbio, ma chi ci guadagnerà?
Non certo gli studenti, che vedranno ridursi il numero delle ore (forse alcuni saranno anche contenti, ma la cosa non gioverà sulla loro cultura ed istruzione), non certo gli insegnanti, sempre più precari e con tagli di ore (si veda la riduzione dello studio di storia dell'arte negli istituti tecnici e persino nel Liceo Classico!!!), non certo alle famiglie, che si appellano disperatamente a noi precari per le ripetizioni, perchè la scuola non basta... Ci guadagnerà solo lo Stato, che spenderà sempre meno in educazione e formazione.
Quindi non solo Precariato, ma anche Ignoranza, tanta ignoranza, sempre più ignoranza...

Non so se avete visto la trasmissione di presa diretta "La scuola fallita", ma purtroppo rispecchia pienamente la situazione scolastica italiana di oggi. Precari del sud che vivono al nord, senza certezze, famiglie spezzate, posti di lavoro persi, lotte tra poveri... Scuole senza aule, senza sedie, senza riscaldamento con tetti che cadono a pezzi, strutture inidonee a qualsiasi attività, amianto sui tetti e chi più ne ha più ne metta...

E intanto le private vengono ulteriormente finanziate da stato e regioni, ricordo con i NOSTRI soldi. Nelle private tutto e bello, pulito, ordinato: hanno classi bilingui, lavagne multimediali, mense con menù speciali, palestre, computer e campi da tennis...

Insomma ai figli dei ricchi è destinanata un'educazione esclusiva, che viene aiutata anche da noi contribuenti, che invece vediamo la scuola pubblica sempre più decadente e prima o poi destinata a fallire...
Stiamo prendendo esempio dagli Stati Uniti, dove bisogna lavorare una vita per pagare le rette di scuole e college, mentre alla pubblica vanno solo quelli che non possono permettersi di meglio.

Mi preme solo ricordarvi che la nostra Costituzione dice:

- enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo Stato (art. 33 comma 3)

- la scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie e altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. (art. 34)

Se neanche queste leggi fondamentali per la cultura e il diritto all'istruzione vengono rispettate, ma dove andremo a finire?

Informatevi e guardate il piano della riforma:

http://www.pubblica.istruzione.it/ministro/comunicati/2010_miur/040210bis.shtml

domenica 3 gennaio 2010

Anno nuovo, polemiche nuove


Benvenuti nel 2010!
Anno nuovo vita nuova?
Macchè, siamo sempre alle solite. Se ci aspettavamo dei cambiamenti, possiamo stare certi, che il clima politico e direi pure quello meteorologico con cui abbiamo salutato il 2009 rimane lo stesso.

Il nostro presidente Berlusconi si sta curando dalle ferite dopo 
l'aggressione, la guarigione procede bene, ma nelle feste si è deliberatamente dimenticato di incontrare l'amico Gianfranco Fini, che certo non sarà contento dei  recenti attacchi del Giornale di Feltri contro la sua candidata per il Lazio Renata Polverini, definita un <> e soprattutto contro la proposta per la cittadinanza breve. L'ala dura dei berlusconiani vuole Fini fuori dal partito, inammissibili per loro le sue idee sull'immigrazione, tra l'altro completamente diverse da quelle di qualche anno fa, quando An combatteva a spada tratta contro la clandestinità. E il clima si fa sempre più teso, anche per la possibile entrata nel governo di Daniela Santanchè come sottosegretaria al Welfare, proposta da Berlusconi nonostante l'opposizione di Fini. Aspettiamo il rendez-vous tra il Presidente del Consiglio e quello della Camera. Riuscirà Berlusconi ad appianare le tensioni interne al suo partito? O forse sta astutamente cercando di far fuori il suo antico alleato?


Ma anche dal fronte dell'opposizione partono nuovi attacchi: l'europarlamentare De Magistris dell'IDV ha, infatti, enunciato il suo ironico lodo: "garantiamo a Berlusconi la possibilità di lasciare l’Italia senza conseguenze, un volo di Stato con annessi Apicella e magari una graziosa signorina. Finalmente torneremo ad essere un Paese normale".
Una frase sul suo blog che fa scoppiare la polemica. La maggioranza denuncia il vilipendio, parole inaudite, un umorismo becero da condannare! E pure dal PD si alzano le voci di chi contesta all'IDV un linguaggio ispirato all'estremismo verbale, assolutamente in antitesi con lo smorzamento dei toni, chiesto da Napolitano.
D'altronde si sa che  in Italia il barzellettiere è uno solo. Lui può proporre un euro deputato tedesco al ruolo di Kapò, o ironizzare sull'abbronzatura di Obama, ma che De Magistris si metta a fare comicità, no questo proprio non va bene.

Dulcis in fundo, la ciliegina sulla torta del nuovo anno la lancia il caro ministro Brunetta.
Cambiamo l'articolo 1 della Costituzione! Ma sì, ma quale repubblica fondata sul lavoro! Concetti da dopoguerra, bisogna pensare al libero mercato, alla concorrenza e al merito!
E se l'opposizione non ci sta? Si va avanti lo stesso.

Riforme condivise come auspica Napolitano? Sarà difficile, già dopo la fine delle feste si aspetta quella sul processo breve, tema su cui il PD tiene duro e Calderoli minaccia << i sabotatori escano allo scoperto, altrimenti sarà la Lega a smascherarli: chiameremo in piazza i cittadini, e grazie a loro il 2010 sarà l’anno del Dragone, cioè delle riforme>>.

E mentre dal versante politico si aspettano tempeste, la natura si ribella da nord a sud, tra neve, alluvioni, esondazioni, frane e disastri. Direi che è proprio un ottimo inizio d'anno.
Buon 2010 a tutti.

mercoledì 16 dicembre 2009

Leggi di censura del web: Maroni e l'emendamento D'Alia


Dopo l'aggressione a Berlusconi, si parla molto di oscurazione dei siti violenti.

E'il Ministro dell'Interno Maroni il principale promotore di un possibile decreto legge che mirerà ad oscurare i siti violenti o che inneggiano all'odio.
Terreno delicato, perchè si ha a che fare con la libertà di espressione e con i nuovi mezzi di comunicazione di massa, difficilmente controllabili e censurabili. Sottolinea che sarà comunque la magistratura a decidere se un sito è da oscurare.

Già in febbraio dopo l'approvazione al Senato era stato abrogato dalla Camera l'emendamento D'Alia (qui trovate il testo completo:
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Emend&leg=16&id=392701&idoggetto=413875).

All'interno del pacchetto sicurezza (D.d.L. 733) era contenuto quest'articolo che riguardava proprio la
Repressione di attività di apologia o incitamento di associazioni criminose o di attività illecite compiuta a mezzo internet.
In pratica si dava pieno potere al Ministro dell'Interno di oscurare qualsiasi sito o blog che violasse, disubbidisse o protestasse contro una legge, anche solo ritenuta ingiusta.


Quello che si discuterà giovedì durante il Consiglio dei Ministri sarà una proposta analoga a questa, semplicemente non sarà il Ministro dell'Interno a valutare l'apolgia di reato, ma il Gip, che in base alle segnalazioni dovrebbe ordinare agli amministratori la chiusura del sito, blog o pagina. Se l'ordine non venisse rispettato si passerebbe alla sanzione.

La proposta è quella di mettere dei filtri, in modo da rendere difficoltosa la navigazione verso quei siti, gruppi o pagine. Insomma Cina docet.
Bloccare una parte di un sito, per esempio di un social network significa in qualche modo bloccare l'intero processo. Per vari membri dell'opposizione (Casini, Gentiloni, Franceschini e de Magistris) le leggi esistenti bastano a contenere la violenza su internet. Fare censura e repressione non serve a nulla, se non a limitare la libertà.

Hanno ragione i responsabili di Facebook che affermano che il loro portale sta ai contenuti devianti come una linea ferroviaria sta ai messaggi sui muri delle stazioni, verrebbe mai in mente di fermare i treni per non far leggere i graffiti? Fare guerra ai social network, a You tube e alle nuove forme di comunicazione in tempo reale, costringendo gli amministratori a controllare ogni messaggio ancor prima che venga pubblicato vorrebbe dire distruggere il sistema stesso della piazza virtuale e anche della gratuità.
E' giusto invece il sistema di segnalazione dei gruppi violenti, tramite gli utenti stessi che possono far presente agli amministratori la pericolosità di determinati contenuti che incitano all'odio o alla violenza.

Non rinunciamo alla libertà di espressione. Già adesso la rete è una miniera di informazioni che giornali e televisioni non ci danno. Se blocchiamo la rete, saremo completamente dominati solo da quello che chi governa vuole farci sapere. La democrazia è libertà d'espressione.
Pensiamo all'Iran e a come le notizie giungano al mondo esterno solo dai blog, vogliamo fare la stessa fine? o peggio?

lunedì 14 dicembre 2009

Berlusconi aggredito, il popolo si spacca


Pur non simpatizzando certo per il nostro presidente del Consiglio,
non posso che biasimare il gesto violento di Massimo Tartaglia, che l'ha colpito al volto con un souvenir del duomo di Milano.

Oggi l'Italia è in subbuglio, tra chi si fa patriota del Cavaliere e lo vuole martirizzare, come vittima di tutte le opposizioni possibili a partire da quella di Di Pietro, che nonostante abbia espresso la sua solidarietà sull'accaduto ha sottolineato che il premier istiga, e che il gesto di Tartaglia sarebbe dovuto all'esasperazione.

Tartaglia è incensurato, ma alle sue spalle ha certamente un passato di instabile salute mentale e il suo gesto è stato folle e inutile, anzi è stato sicuramente più utile ai berlusconiani che ora hanno tutto il diritto di inneggiare al loro presidente. E intanto le immagini e i video del volto sfigurato del premier fanno il giro della rete, dividendo ancora di più il popolo sulla politica.

Quello che preoccupa non è tanto il gesto di uno squilibrato, che purtroppo molti acclamano come eroe, ma la divisione netta, che sta letteralmente spaccando l'Italia. Ieri in piazza a Milano oltre ai sostenitori del Pdl c'era anche un numeroso gruppo di oppositori che gridavano "Vergogna, vergogna" e "Fuori la mafia dallo Stato". E' innegabile che una grande fetta dell'elettorato italiano non sopporti più Berlusconi e lo voglia fuori dalla politica, soprattutto dopo tutti gli eventi di quest'anno: dai processi al Lodo Alfano, dalle escort al legame con la mafia.
Purtroppo è più che logico che in un tale clima di tensione accadano gesti come questo e non è la prima volta, già nel 2004 gli avevano scagliato addosso un cavalletto. Adesso il problema non è solo la salute del presidente, ma quella dell'Italia intera.

Il nostro paese è sull'orlo del baratro, adesso sta a noi italiani decidere di affondare o provare a risollevarci, ma non certo con odio e violenza e nemmeno con il vittimismo.
La politica innanzitutto deve essere dialogo, democrazia e libertà. Ricordiamocelo sempre. 

Auguro al premier una pronta guarigione, ma che la botta di ieri possa fargli capire che non si può fare il bello e il cattivo tempo, quando si hanno in mano le redini di una nazione.